domenica 30 dicembre 2012


 

Other two good reasons for Schools to be in the Net…


 


  • per essere “informaticamente umani”: recuperando il significato “autentico” di rete inteso come relazione, emblematico è l’utilizzo della tecnologia da parte di istituzioni scolastiche all’avanguardia, allo scopo di avvicinare ed includere soggetti che, per motivi di salute o altro,  non possono frequentare costantemente gli ambienti scolastici in quanto domiciliarizzato od ospedalizzato. Ebbene, la registrazione e fruizione di lezioni in modalità video o podcast, la partecipazione attiva del discente “remoto” al dialogo educativo attraverso  la videoconferenza, la stesura di compiti collaborativi attraverso l’utilizzo di software wiki, possono trasformare il freddo ed alienante cyberspace in un ambiente perfettamente formativo, umano ed umanizzante.

 

 
·         per raccontarsi: le scuole, le classi, docenti ed alunni possono, a seguito di (auspicabili)percorsi di sperimentazione, raccontare e documentare i percorsi realizzati come pure i risultati conseguiti. Le modalità offerte dalla rete sono ovviamente molteplici: ad esempio
gli studenti dell’Istituto Comprensivo Aldo Moro di Frosinone hanno raccontato le attività curriculari attraverso percorsi di scrittura on line,  dando vita a blog permanenti oppure Il “Volta” di Perugia racconta come  la scuola ha avviato un processo di riorganizzazione che è partito dall’introduzione di LIM e tablet ed ha portato alla riorganizzazione di tutta la scuola sia dal punto di vista didattico che amministrativo fino ad arrivare alla creazione di accattivanti avatar come alter ego dei docenti per l’assegnazione di  e/o spiegazioni. Significativa è poi, l’esperienza dell’Istituto Tecnico Pacioli di Crema che ha raccontato con il linguaggio audio visivo delle significative novità che l’introduzione del cloud computing ha comportato nell’organizzazione del loro istituto come pure nelle  pratiche e relazioni didattiche ed educative.


 

 

venerdì 23 novembre 2012

Immersa nella nebbia di questo sabato di fine novembre, ho scelto di non uscire e di fare un altro bel giro di ricerche nella rete e ho trovato un documento della Regione Veneto che mi pare interessante da condividere.
Si tratta dell'impianto che supporta questa fase di innovazione del sistema di partecipazione.


Riporto le conclusioni di tale documento:

"Con questo lavoro si è cercato di illustrare le modalità con le quale Regione del Veneto opera nella sua funzione di promozione della società dell’informazione.
Si tratta di un modello in continua evoluzione che si arricchisce, di volta in volta, grazie anche alle diverse  esperienze che vengono realizzate.
Il nostro contributo alla conferenza “Pubblica Amministrazione Aperta e Libera” mira soprattutto a raccogliere da parte dei colleghi delle altre realtà pubbliche, opinioni, suggerimenti possibili collaborazioni utili a migliorare la nostra comune azione."


lunedì 19 novembre 2012

Progetto Re-Freedom, disabilità & e-government



 RE-FREEDOM - Rete funzionale per la ricerca e sperimentazione di servizi innovativi per la domiciliarità
Progetto attuato dalla regione Friuli Venezia Giulia.

Scopo del progetto  è creare una rete stabile e consolidata di conoscenza sulle opportunità offerte dalle nuove tecnologie (ICT, domotiche, nuovi materiali, ergonomia, ecc.) per migliorare la qualità della vita in casa per anziani e disabili, ed essere di supporto all’erogazione efficace ed efficiente di servizi domiciliari in grado di ritardare (auspicabilmente eliminare) la necessità di istituzionalizzazione, riservando questa soluzione ai soli anziani e disabili che necessitano di assistenza specialistica e continuativa.

Amministrazione pubblica e centri di ricerca uniti per studiare nuove soluzioni che migliorino la qualità della vita di anziani e disabili, rendendo più intelligenti le loro abitazioni. Comune di Udine, Rino Snaidero Scientific Foundation e Friuli Innovazione collaboreranno nel progetto “RE-FREEDOM - Rete funzionale per la ricerca e sperimentazione di servizi innovativi per la domiciliarità” finanziato dalla Regione FVG con la legge 26/2005, art. 22, “Interventi a favore dell’innovazione nel settore del welfare”. L’iniziativa, ideata per rispondere alle esigenze delle fasce più deboli della popolazione, ha un duplice obiettivo: promuovere le tecnologie disponibili per migliorare la qualità della vita di anziani e disabili in casa e sperimentare l’applicazione di queste tecnologie con gli utenti finali, in spazi appositamente messi a disposizione dal Comune. Verrà creata una rete informativa che coinvolgerà gli attori locali del servizio socio-sanitario, per favorire la divulgazione verso gli utenti finali delle possibilità offerte dalla tecnologia per adeguare la propria abitazione a esigenze specifiche. Nella fase di sviluppo sperimentale, invece, alcune di queste tecnologie – che consistono nell’integrazione di strumenti informatici, soluzioni ergonomiche e domotiche, uso di nuovi materiali – verranno applicate in due appartamenti-laboratorio. Gli immobili individuati si trovano uno al quinto piano di uno stabile di via Mantova, e sarà riservato a utenti con difficoltà sensoriali (ipovedenti e audiolesi) e cognitive; il secondo al piano terra in via Colugna, e sarà invece destinato principalmente a persone con difficoltà motoria agli arti inferiori.


Tecnologie domotiche all’avanguardia perché le case siano più sicure e permettano più autonomia anche alle persone di una certa età o con qualche problema di salute.
E’ pensato per le fasce più deboli, ma le soluzioni, c’è da scommetterci, saranno poi gradite e utilizzate da tutti, come a suo tempo lo furono il cordless e le tapparelle elettriche. E’ questo il concetto ribadito più volte durante la presentazione del progetto RE-FREEDOM, presentato lo scorso 19 gennaio in sala Ajace, a Udine.
Si tratta di un’iniziativa di ricerca industriale co-finanziata dalla Regione (LR 26/2005, art. 22, “Interventi a favore dell’innovazione nel settore del welfare”) e portata avanti da tre soggetti: il comune di Udine capofila, Friuli Innovazione, nel ruolo di coordinatore delle attività e la Rino Snaidero Scientific Foundation come partner tecnico. Attori protagonisti anche le associazioni di disabili di Udine, chiamate a contribuire alla fase sperimentale di RE-FREEDOM, che prevede una partecipazione diretta dei cittadini nel test delle tecnologie installate nei due immobili messi a disposizione dal comune e che diventeranno veri e propri laboratori. Si tratta di un appartamento al quinto piano di un palazzo in via Mantova, che sarà dotato di soluzioni domotiche per gli ipovedenti e di un’abitazione a piano terra in via Colugna, che diventerà un laboratorio indirizzato ai disabili con problemi di mobilità.
L’obiettivo finale è mettere a punto nuovi modelli di erogazione di servizi socio-sanitari che prevedano l’utilizzo, in casa, di nuove tecnologie. Nei laboratori di ricerca sarà possibile anche inventare nuovi prototipi e far avanzare la ricerca per migliorare la qualità della vita delle persone. Saranno verificate le condizioni per permettere alle persone anziane, con difficoltà motorie o portatrici di disabilità, di essere più autonome evitando i casi di istituzionalizzazione precoce nelle residenze per anziani e nelle case di cura.
“L’approccio della ricerca – ha sottolineato il direttore della Fondazione Snaidero, Felice Pietro Fanizza – si basa sullo studio delle esigenze degli utenti finali, con cui trovare e sperimentare le soluzioni tecnologiche più adatte per migliorare la loro sicurezza e mantenere la loro salute; il lavoro dei ricercatori sarà incentrato anche sull’uso di Internet per gestire la casa e per collegarla con il mondo esterno, ed in particolare con il medico, l’ospedale e le associazioni che forniscono servizi domiciliari; si tratta quindi anche di mettere a punto nuovi modelli organizzativi che vedono protagonisti soggetti pubblici e privati che lavorano in sinergia tra loro, nell’interesse dell’utente finale”.

Maggiori info su:    http://refreedom.eu

I servizi di e-government del Friuli-Venezia Giulia

Panoramica delle diverse opportunità offerte dai siti della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia che partecipano al progetto per un'amministrazione digitale



Ci sono però numerosi esempi di buone pratiche lungo la nostra penisola, possibilmente da imitare. Una di queste arriva dal Friuli-Venezia Giulia, regione che ha sviluppato una serie di servizi che costituiscono un'offerta complessiva finalmente ampia e soddisfacente. Vale quindi la pena cercare di vederli più da vicino. Sono raggiungibili dalla pagina principale regionale dedicata all'e-government. Li troviamo suddivisi in iniziative in corso e sperimentali, e dal menu di destra abbiamo l'accesso diretto ai vari siti di riferimento, che ora vediamo in maniera schematica.

Possiamo cominciare dalla Carta Regionale dei Servizi (CRS), in fondo un meta-strumento perché consente l'accesso a diversi altri servizi a disposizione del cittadino. È stata realizzata in collaborazione con l'Agenzia delle Entrate e la Ragioneria Generale dello Stato, ed è già attiva come codice fiscale, tessera sanitaria, tessera europea di assicurazione malattia, e per alcuni pagamenti e servizi di sportello. Alla carta si associa un lettore di smart card e un PIN segreto, per accedere ai servizi presenti sul sito. La carta sarà disponibile per alcuni servizi anche in modlità radiofrequenza, senza cioè bisogno dell'apposito terminale.
Adeline è il sito della borsa lavoro, dedicato sia a chi cerca che a chi offre occupazione. La registrazione può avvenire tramite la smart card di cui sopra. Il Centro regionale per l'open source si chiama CROSS, e nasce all'interno del progetto DOS. Ha come obiettivo quello di favorire l'utilizzo di software open source nelle amministrazioni pubbliche e nelle imprese. C'è poi una versione dedicata di Eldy, un sistema operativo nato specificamente per imparare ad utilizzare il computer. Non è stato creato originariamente dalla Regione, ma è stata sviluppata una versione personalizzata e dedicata, accessibile anche attraverso la carta dei servizi. Questo è un buon esempio innanzitutto di interesse verso quelle fasce, da questo punto di vista, più "deboli" della popolazione, e in seconda battuta di riuso di tecnologie non proprie, ma che possono rivelarsi utili.
E-Procurement è, come dice il nome, un portale dedicato agli acquisti della pubblica amministrazione. Gli enti locali e territoriali possono accedere al servizio come stazioni appaltanti, attuando l'intero procedimento di gara online. ICAR è un link a un servizio in realtà nazionale, ma la Regione ne è capofila. Si tratta di un progetto per migliorare l'interoperabilità e la cooperazione applicativa tra le regioni italiane. Esiste poi un sito dello Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP), che tramite il progetto ImpresaFuturo mira ad informatizzare tutte le procedure legate a questo settore.
Interprana è un portale per il cittadino, che consente a quest'ultimo di accedere alle proprie informazioni anagrafiche, stamparle o compilare modelli di autocertificazione, attingendo agli archivi dell'amministrazione.
Di seguito, IntraEELL ha invece un carattere più descrittivo che interattivo, è un elenco di amministrazioni pubbliche. Lo stesso vale per Indice PA, che troviamo linkato anche se in realtà è un portale nazionale. Per il settore della disabilità c'è Spazio libero. Propone una serie di risorse, in forma di elenchi, come ad esempio per la normativa di settore, o per le strutture dove è posibile rivolgersi per avere assistenza.
VideoHelp è un insieme di guide visuali molto ben fatte. Anche se di per sé non riguardano in senso stretto l'e-government, rappresentano un interessante approccio al problema di come comunicare procedure e problematiche ai cittadini. Sono inoltre anche interattive. C'è anche un progetto dedicato all'e-learning, chiamato SIFOL, per promuovere un sistema di percorsi formativi permanenti.

e- Government, e- Governance, e- Democracy

Ecco un interessante articolo redatto  da Anna Carola Freschi che spiega e pone in relazione questi tre concetti. 

http://www.regione.toscana.it/regione/multimedia/RT/documents/1211881447835_anna1.pdf

E-Government: Vantaggi e...

Riflessioni sui risultati di uno studio frutto dell'analisi incrociata di una serie di dati registrati in 8 Paesi membri che sono Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Olanda, Slovenia e Spagna, anche se del 2005 da un'idea ancora attuale dei vantaggi dell'attuazione sistematica di un e-governament

da:  http://www.webmasterpoint.org/news/E-Government-Vantaggi-E-Prospettive_p10293.html

L'European Public Administration Network ha pubblicato i dati di uno studio che, commissionato dalla Presidenza olandese di turno all'Unione europea e realizzato dalle societa' di ricerca Capgemini e TNO, tenta di definire quanto rende, in termini di risparmio e di funzionalita', investire in iniziative per l'e-government e di identificare i cambiamenti nella riorganizzazione dei back-office resi necessari dalla rivoluzione digitale dei servizi pubblici. Lo studio e' il frutto dell'analisi incrociata di una serie di dati registrati in 8 Paesi membri che sono Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Olanda, Slovenia e Spagna. In sostanza lo studio conclude evidenziando l'impatto estremamente positivo delle ICT nelle amministrazioni pubbliche - in un processo di trasformazione che richiede necessari cambiamenti nell'operativita' del back-office - in grado di offrire grandi benefici in termini di: migliore qualita' nella disposizione di informazioni e comunicazione; riduzione dei tempi di procedura; riduzione dei gravami amministrativi; riduzione dei costi; innalzamento del livello dei servizi; aumento dell'efficienza; aumento della soddisfazione degli utenti. Nell'analisi di quello che i ricercatori indicano come ROI (la redditivita' dell'investimento), il ritorno per le istituzioni e' considerevole, dunque, e negli otto casi esemplificativi analizzati emerge il grande vantaggio dell'aumento dell'efficienza dei servizi prestati con la conseguente riduzione delle difficolta' amministrative per gli utenti. Secondo il rapporto per ottenere dei risultati a breve termine e' vantaggioso investire in aree specifiche tra le quali figurano la cooperazione tra le organizzazioni per il riuso dei dati e dei processi, la fornitura di servizi proattivi come l'offerta di moduli prestampati, l'applicazione di soluzioni adottate nel settore privato, come le piattaforme di transazione e i metodi di autenticazione o la messa a disposizione di servizi in modalita' multicanale. In generale il rapporto sottolinea comunque che l'e-government puo' dare un contributo significativo rispetto agli obiettivi di una politica piu' ampia finalizzata a trasformare in senso innovativo l'intera societa'. Non a caso nel documento "Innovative Public Administration and the Lisbon strategy", diffuso dall'Epan lo scorso ottobre, si afferma che e' giusto stabilire una connessione piu' stretta tra il processo di modernizzazione della pubblica amministrazione e la strategia di Lisbona.

DIDATTICA DIGITALE COLLABORATIVA. CON WIKI … ALL INCLUSIVE!




Uno strumento che merita la nostra attenzione è Wiki, attraverso cui la conoscenza di molte persone viene trasformata in una struttura formale e condivisa. 
Si può partecipare da casa, si può partecipare nella condizione di ospedalizzati, si può estendere la  partecipazione a un gruppo esterno alla scuola. 
Di qui il carattere fortemente inclusivo, per il quale ogni IO diventa un NOI nella rielaborazione partecipata di contenuti, ogni situazione può essere raggiunta e raccolta in un luogo comune, in modalità diacronica, rispettosa dei tempi di ciascuno.   Con un Wiki l’ambiente di apprendimento può essere trasformato, dilatato, arricchito di dinamiche innovative che la tecnologia può innescare. Di qui l’apertura agli scenari possibili del Piano Nazionale Scuola Digitale.